26. aprile 2023
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Per molte donne i disturbi mestruali e i dolori mestruali sono un fastidioso appuntamento fisso una volta al mese. Alcune arrivano a sentirsi del tutto K.O. In Svizzera, per le donne che soffrono di forti dolori mestruali si sta valutando se introdurre un permesso dal lavoro fino a cinque giorni, cioè una sorta di «congedo mestruale». Qualcosa di simile in ambito giuridico esiste già in Paesi come il Giappone.
Molte donne conoscono bene quel fastidioso malessere che accompagna il ciclo mensile. Può trattarsi di sintomi fisici estremamente spiacevoli come ad esempio:
Il ciclo mestruale incide negativamente anche sullo stato psichico di molte donne, che manifestano sbalzi d’umore, nervosismo, irritabilità, aggressività o depressione.
I disturbi mestruali come i dolori al basso ventre sono molto comuni: durante il ciclo, ragazze e donne adulte avvertono generalmente dolori più o meno intensi, che vanno da una leggera tensione a forti crampi nell’area del basso ventre. Su dieci donne, circa una ha disturbi tali da dover mettere in pausa la propria vita ogni mese per alcuni giorni. Nelle donne sotto i 20 anni i dolori al basso ventre e i crampi addominali sono significativamente più frequenti rispetto alle altre donne.
I disturbi mestruali variano da donna a donna e possono differire anche in termini di intensità. Lo stesso vale per i sintomi che non soltanto cambiano di mese in mese sia nel tipo che nell’intensità, ma che possono variare da un ciclo all’altro nella stessa persona. Se alcune donne se la cavano bene e si adattano, altre riescono a malapena o non riescono più ad vivere la loro quotidianità. Ogni donna, avendo una diversa sensibilità al dolore, lo tollera in modo diverso.
I dolori mestruali possono avere cause diverse. In alcuni casi, la «colpa» è solo delle mestruazioni; in altri, possono essere implicate delle malattie. In ambito medico si distingue quindi tra dolori mestruali primari e secondari, a seconda della causa.
I dolori mestruali primari, o dismenorrea in termini medici, sono dovuti esclusivamente alle contrazioni dell’utero, di cui sono responsabili degli ormoni, le cosiddette prostaglandine. Si tratta di speciali ormoni tissutali prodotti dalle cellule dell’endometrio. Le prostaglandine regolano anche la tensione della muscolatura liscia e influenzano la sensazione di dolore. Intensificano la percezione del dolore, pertanto agiscono come «messaggeri del dolore» nell’organismo. Si suppone che durante le mestruazioni il corpo produca troppe prostaglandine o reagisca in modo particolarmente sensibile a queste sostanze messaggere.
A ogni ciclo, l’endometrio si ispessisce e si prepara ad accogliere un ovulo fecondato. Tuttavia, se l’ovulo fecondato non si annida, la mucosa viene espulsa con le mestruazioni. Le prostaglandine fanno sì che la muscolatura uterina si contragga regolarmente. Ciò provoca il distacco dell’endometrio, se non è avvenuta la fecondazione, e la sua espulsione. E questi processi nel basso ventre possono causare forti dolori o crampi addominali.
I dolori mestruali primari e i cicli irregolari, così come un sanguinamento mestruale abbondante, sono più comuni nelle donne sotto i 30 anni. Tuttavia, anche la presenza di una predisposizione familiare, lo stress, una condizione di sottopeso, la mancanza di sonno e il fumo possono in alcuni casi favorire la comparsa dei dolori mestruali primari.
A differenza della dismenorrea, i dolori mestruali secondari sono dovuti a una causa organica. Ad esempio, i tumori benigni dell’utero, quali miomi o polipi, possono provocare dolori al basso ventre. Un altro responsabile dei disturbi mestruali può essere l’endometriosi, una condizione in cui frammenti di endometrio finiscono nella muscolatura uterina o esternamente all’utero nella cavità addominale. L’endometriosi scatena tipicamente dolori molto forti, perché il passaggio di frammenti di tessuto si ha anche in ciclo mestruale del tutto normale.
Anche la sindrome premestruale (PMS) è annoverata tra i disturbi mestruali. Nei giorni che precedono il ciclo, le donne sviluppano tutta una serie di sintomi fisici e psicologici diversi: tensione e dolore mammari, dolori al basso ventre e mal di testa, tristezza o irritabilità, senso di gonfiore e spesso senso di malessere generale. Quando la sindrome premestruale è molto forte, con un impatto significativo sulla psiche, ed è associata a depressione e sentimenti di ansia, gli specialisti parlano di disturbo disforico premestruale (PMDS).
Conosciamo alcuni fattori che possono accentuare ulteriormente i dolori mestruali e i disturbi mestruali: ad esempio, stress, stanchezza o mancanza di sonno. E questi spiegano perché il ciclo mestruale può essere più antipatico un mese rispetto a un altro. Anche una condizione di sovrappeso o sottopeso può incidere negativamente, perché i chili di troppo alterano l’equilibrio ormonale.
Senza dimenticare l’età: in genere, nei primi due anni dopo l’inizio delle mestruazioni i dolori mestruali sono più presenti. Il ciclo mestruale impiega un po’ di tempo per stabilizzarsi. Di solito i disturbi migliorano con l’età. E per molte donne cessano dopo un parto.
Non si è obbligate a sopportare i dolori mestruali accettandoli come un fatto «naturale». Ciò vale soprattutto se quegli odiosi sintomi rappresentano un importante fattore di disturbo della vita quotidiana. Si può provare in diversi modi a gestire il dolore al basso ventre e i crampi addominali.
L’uso di antidolorifici in caso di dolori mestruali è ben consolidato. In genere vengono utilizzati principi attivi appartenenti al gruppo degli antinfiammatori non steroidei (FANS), che hanno un effetto analgesico, antinfiammatorio e antipiretico. Ne fanno parte ad esempio l’ibuprofene, il diclofenac o il naprossene.
Gli antidolorifici inducono l’organismo a produrre meno prostaglandine, quindi anche i dolori diminuiscono. I FANS sono generalmente ben tollerati. Se i dolori mestruali sono forti, i medici ne consigliano l’assunzione già due giorni prima dell’inizio delle mestruazioni cosicché la concentrazione di principio attivo nel sangue sia sufficiente quando comincia il ciclo. Gli antidolorifici sono disponibili, ad esempio, sotto forma di capsule, compresse, compresse rivestite con film o confetti in farmacia, in drogheria o bel commercio specializzato online. Le formulazioni a basso dosaggio sono disponibili senza ricetta.
Anche i contraccettivi ormonali possono alleviare i dolori mestruali: impedendo all’endometrio di ispessirsi come di consueto, fanno sì che questo tessuto produca meno prostaglandine. Di conseguenza, il sanguinamento mestruale è in genere più debole, più breve e meno doloroso. Se usati in modo continuo, portano a una cessazione delle mestruazioni.
Un’ulteriore opzione terapeutica è rappresentata dai medicamenti antispastici contenenti principi attivi che sciolgono i crampi della muscolatura liscia. Anche l’utero è costituito da muscolatura liscia. Questi medicamenti, pur non alleviando il dolore, possono essere associati agli antidolorifici.
Per i dolori mestruali vi sono anche misure generali e rimedi casalinghi.
In ogni caso è bene «monitorare» i disturbi mestruali facendo attenzione a se cambiano e come. È sempre consigliabile andare dal ginecologo se i dolori mestruali aumentano, diventano molto forti o impediscono di vivere la quotidianità e anche qualora gli antidolorifici, i rimedi casalinghi e altre misure non abbiano l’effetto desiderato. I disturbi mestruali possono avere anche cause organiche, ad esempio l’endometriosi.
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